Viaggiare si è bello perché ci permette di visitare posti fantastici in tutto il mondo, dai magnifici paesaggi innevati dei fiordi norvegesi alle splendide e assolate spiagge caraibiche.
Si può viaggiare con un pullman, con l'aereo con la nave e in bicicletta.
Anche camminare, se ci porta da un posto ad un altro, è viaggiare.
Credo però che qualsiasi mezzo si utilizzi al di là della comodità, della velocità del costo e del piacere che si possa provare durante il viaggio l'imperativo debba essere in assoluto la sicurezza.
Spesso e volentieri questo aspetto viene dato per scontato anche perché nella maggior parte dei casi non dipende da noi in prima persona bensì dalle competenze e dalla professionalità di chi conduce il mezzo di trasporto su cui viaggiamo.
Perché mi sento di scrivere questo?
Spesso molte vicende di cronaca vanno nel calderone del dimenticatoio ma a quelle persone che hanno vissuto esperienze tragiche i ricordi rimangono impressi nella mente per sempre come un marchio indelebile.
Un esperienza cosi tragica è capitata ad un mio carissimo amico, per motivi di riservatezza e per questioni legali in ballo non citerò il suo nome reale ma lo chiamerò con un nome fittizio: Piero.
Ricordate nel Dicembre del 2014 l'incendio nel mar Adriatico del traghetto della Norman Atlantic?
Piero si trovava proprio li e dopo averlo riabbracciato ha avuto la forza di raccontarmi l'esperienza che ha vissuto. Non voglio spaventare nessuno ma spero che quello che scriverò possa, anche se in piccolissima parte, far rizzare le antenne a chi di dovere e ad inculcare bene nella testa di queste persone che con la vita umana non si gioca, che le responsabilità bisogna prendersele fino in fondo.
Sembrava quasi che Piero fosse stato avvisato dal suo sesto senso che non dovesse salire su quella nave una volta arrivato con la sua auto al porto greco di Patrasso.
La nave non era la solita, quella grande e moderna alla quale era abituato e sulla quale ho viaggiato anche io diverse volte che più che un traghetto sembrava una nave da crociera provvista di negozi, ristoranti e perfino un casinò.
No, hai miei occhi si è presentata una nave molto più piccola, mi confida Piero, più vecchia e malandata, un catorcio per farla breve.
L'idea di farsi migliaia di chilometri in auto passando per la ex Jugoslavia però non lo allettava per nulla considerando che era Dicembre e, malgrado quella sensazione negativa, decide comunque di imbarcarsi.
La nave parte come suo solito nel tardo pomeriggio e prosegue la rotta verso lo scalo portuale di Igoumenitsa, città greca al confine con l'Albania, per accogliere nuovi passeggeri prima di ripartire per Ancona.
Per la notte viene proposto a Piero di dormire in una delle cabine disponibili per soli 5 euro, ma visionata la camera lercia e poco accogliente decide di declinare l'invito e di dormire nella sua auto quella notte, aspetto che farà la differenza tra la vita e la morte in seguito.
Tutto è tranquillo, la nave è già ripartita da Igoumenitsa, Piero si è addormentato nella sua auto pensando che al suo risveglio sarà già mattina e la nave prossima all'attracco ad Ancona ma nel bel mezzo della notte viene svegliato da forti esplosioni.
Dice: c'erano le gomme delle auto che esplodevano per il forte calore che arrivava dal ponte in metallo, il tempo di capire cosa stava succedendo, scendo dall'auto e vedo che le suole delle mie scarpe si stanno colando.
Un fumo denso,arancione per il calore si libera dagli oblò e dalle porte aperte dei piani inferiori, l'aria è irrespirabile.
Il più velocemente possibile mi porto in una zona più in alto dove reperisco un giubbotto salvagente e dove le scarpe non colano, il fumo e il panico delle persone avvolgono la nave in tutto questo ho cercato di mantenere lucidità mentale ma sapevo dentro di me che la fine era vicina.
Ho dovuto razionalizzare tutto molto velocemente, ragionare per cercare il modo migliore di sopravvivere di fronte all'inferno.
Era notte fonda, il mare in burrasca con forte vento, neve e pioggia ghiacciata.
Essendo un medico so bene quali sono i rischi correlati all'ipotermia ma anche quelli legati alle ustioni ed alle intossicazioni da fumo.
Sembrava che la maggior parte dell'equipaggio si fosse dileguata, nessuno ci ha dato assistenza, aiuto, indicazioni e in effetti quando in autonomia siamo andati alla ricerca delle scialuppe moltissime erano già sparite.
La maggior parte delle scialuppe gonfiabili al contatto con l'acqua che siamo riusciti a sganciare non si sono aperte e gonfiate come avrebbero dovuto.
Ormai il panico era diventato terrore, le persone non ragionavano in maniera razionale.
Le ore non passavano mai e nessun soccorso in arrivo, l'unica luce nella tetra notte era quella delle fiamme.
Il fumo acre non mi faceva respirare e continuavamo a spostarci in base a come il vento faceva muovere il fumo e le fiamme.
Ho visto persone che nel tentativo di salire sulle poche scialuppe disponibili, durante la discesa a poca distanza dalle pareti roventi della nave si è bruciata come delle bistecche sulla piastra.
Gente con ustioni sul volto private definitivamente dalla vista.
Gli idranti della nave non funzionavano.
Ho visto gente che si è buttata in mare, senza tenere conto dei 20 metri di salto, dell'altezza delle onde e della temperatura del mare andando in contro a morte certa.
Per fortuna che la calma e la razionalità mi hanno sempre assistito.
Nelle zone della nave risparmiate dalle fiamme dovevamo raggrupparci come dei pulcini per scaldarci perché il freddo era pungente e pericoloso, sembra un paradosso ma è così.
Solo il giorno dopo sono arrivati i soccorsi.
I getti di acqua a forte pressione che tentavano di spegnere le fiamme in molti casi sono diventati pericolosi per le persone che in alcuni casi, se non ben aggrappati a qualcosa di stabile, venivano spazzati dall'altra parte della nave. In un caso una persona è volata in mare.
Mano a mano che Piero raccontava i peli delle mie braccia si rizzavano il mio volto una maschera di incredulità.
Continua dicendo: ad un certo punto, non si sa per quale motivo nascosto, un rimorchiatore che poi ho scoperto essere albanese ha tentato di agganciare la nave ancora in fiamme e in balia delle onde per portarci verso la riva dell'Albania.
Non solo il tentativo non è andato a buon fine ma una fune che agganciava la nave al rimorchiatore nel tranciarsi ha letteralmente dilaniato una persona dell'equipaggio della piccola imbarcazione.
Alla fine, in quanto medico, sono stato tra gli ultimi a lasciare la nave e a salire sulla San Giorgio.
La cronaca, mi dice, ha tralasciato molti fatti e minimizzato alcuni aspetti.
Il lungo tempo che ci abbiamo impiegato ad arrivare sulle coste italiane, non era da attribuire alle condizioni del mare che un po' erano migliorate bensì la nave militare italiana è stata impegnata nella ricerca e nel recupero dei cadaveri.
Ho volutamente tralasciato alcuni dettagli per non far sembrare il racconto un libro dell'orrore ma davvero mi sembrava un racconto di uno scrittore pazzo.
Mi scuso se sono uscito un filo dal tema del blog ma ho pensato fosse giusto dare queste informazioni anche per la memoria delle persone che hanno perso la vita e le persone a loro vicine che hanno pianto per la scomparsa.
Cose del genere non dovrebbero mai succedere, se dovesse capitare ancora spero veramente che l'equipaggio non fugga e che sia preparato per intervenire tempestivamente perché nessuna persona perda più la vita per tali negligenze.
martedì 15 settembre 2015
lunedì 14 settembre 2015
Ryanair torna a volare all'aeroporto di Brescia Montichiari
Quando si parla di novità o aggiornamenti in merito all'aeroporto di Montichiari ho imparato ad andarci con i piedi di piombo.
Questo perché da tempi immemori sono state dette cose diametralmente opposte come già esposto in un post precedente.
La notizia questa volta però arriva direttamente dai patron della compagnia Irlandese.
Per dovere di cronaca l'amministratore delegato Michael O'Leary alla domanda non ha ne smentito ne confermato, forse perché l'ambiente di Bergamo non lo consentiva ma il suo braccio destro, John Alborante, alla fine conferma che alla fine di Dicembre 2016 i voli low cost della compagna decolleranno da Brescia.
I sopralluoghi dei nostri tecnici, continua Alborante, effettuati nell'Aprile scorso presso l'aeroporto di Montichiari hanno dato esito positivo promuovendolo la location.
E' perfettamente idoneo alle nostre caratteristiche e a supportare la nostra flotta.
Il sales & marketing manager per l'Italia prosegue dicendo che lo sviluppo di Ryanair in Italia ha diversi fronti.
Già sono partite rotte da Verona e si sta parlando anche con Venezia.
Ad Orio, motivo principale della conferenza stampa, sono state annunciate due nuove rotte;
Bucarest e Colonia portando a 67 le rotte da e per Bergamo e aggiungendo più frequenze su altre sette rotte l'obbiettivo è quello di raggiungere i 9 milioni di passeggeri l'anno.
I motivi quindi di circa un anno e mezzo di attesa prima di vedere nuovamente i velivoli della compagnia irlandese decollare dall'aeroporto bresciano sono semplicemente attribuibili ad una mancanza di aerei, problema che si dovrebbe risolvere per l'inverno 2016.
Per chi ha obiettato la possibile concorrenza dovuta alla vicinanza tra aeroporti Alborante rassicura dicendo che in nessun modo le rotte stabilite nel progetto Ryanair potranno ostacolarsi e che già esistono realtà, in Italia e in Europa, di aeroporti vicini che convivono e si compensano come ad esempio Treviso-Venezia e i due aeroporti romani.
Chissà che veramente arrivi una svolta per l'aeroporto di Brescia, non ci resta che fare quello che si è sempre fatto da anni: aspettare!
Questo perché da tempi immemori sono state dette cose diametralmente opposte come già esposto in un post precedente.
La notizia questa volta però arriva direttamente dai patron della compagnia Irlandese.
Per dovere di cronaca l'amministratore delegato Michael O'Leary alla domanda non ha ne smentito ne confermato, forse perché l'ambiente di Bergamo non lo consentiva ma il suo braccio destro, John Alborante, alla fine conferma che alla fine di Dicembre 2016 i voli low cost della compagna decolleranno da Brescia.
I sopralluoghi dei nostri tecnici, continua Alborante, effettuati nell'Aprile scorso presso l'aeroporto di Montichiari hanno dato esito positivo promuovendolo la location.
E' perfettamente idoneo alle nostre caratteristiche e a supportare la nostra flotta.
Il sales & marketing manager per l'Italia prosegue dicendo che lo sviluppo di Ryanair in Italia ha diversi fronti.
Già sono partite rotte da Verona e si sta parlando anche con Venezia.
Ad Orio, motivo principale della conferenza stampa, sono state annunciate due nuove rotte;
Bucarest e Colonia portando a 67 le rotte da e per Bergamo e aggiungendo più frequenze su altre sette rotte l'obbiettivo è quello di raggiungere i 9 milioni di passeggeri l'anno.
I motivi quindi di circa un anno e mezzo di attesa prima di vedere nuovamente i velivoli della compagnia irlandese decollare dall'aeroporto bresciano sono semplicemente attribuibili ad una mancanza di aerei, problema che si dovrebbe risolvere per l'inverno 2016.
Per chi ha obiettato la possibile concorrenza dovuta alla vicinanza tra aeroporti Alborante rassicura dicendo che in nessun modo le rotte stabilite nel progetto Ryanair potranno ostacolarsi e che già esistono realtà, in Italia e in Europa, di aeroporti vicini che convivono e si compensano come ad esempio Treviso-Venezia e i due aeroporti romani.
Chissà che veramente arrivi una svolta per l'aeroporto di Brescia, non ci resta che fare quello che si è sempre fatto da anni: aspettare!
martedì 25 agosto 2015
Nominativo errato su prenotazione Ryanair? Ecco come risolvere
Ho sbagliato il nome sulla prenotazione Ryanair, come faccio a cambiarlo?
Mi sembra giusto affrontare questo argomento in quanto ho trovato molta confusione leggendo qua e la sul web e voglio postare qua la mia esperienza vissuta in prima persona.
Diciamo che in linea di massima la maggior parte delle compagnie aeree non fa grossi problemi a modificare il nominativo errato sulla prenotazione del volo, ma si sa che con Ryanair qualche sorpresa si può sempre celare dietro l'angolo.
Ho letto di persone disperate per la paura di spendere 100 e passa euro per un errore banale di scrittura, di persone che messa una mano sul cuore e l'altra sul portafogli ha riacquistato il biglietto o del classico all'italiana dove facendo finta di niente si sono presentati all'imbarco nella speranza di non essere "beccati" o nella chiusura di un occhio da parte del personale di imbarco.
Ho letto anche di persone che dicono di aver speso una trentina di euro o anche più per aver contattato il call center che si è a pagamento.
Sono sincero, quando è capitato a me un pochino di panico mi è venuto ma non mi sono demoralizzato e ho risolto il problema in modo molto semplice
Per piccoli errori come aver dimenticato o sbagliato delle lettere del nome o cognome, per aver replicato il cognome o il nome, Ryanair entro le 24 ore dall'acquisto permette tramite una sezione online del proprio sito di fare tutte le modifiche che volete
"eh grazie" mi direte, ma se ci si accorge dell'errore dopo le 24 ore e magari proprio quando si sta per fare il check in online (come è capitato a me)?
Semplicissimo basta chiamare il call center.
Gli orari per chiamare un operatore sono i seguenti: Lun - Ven, 07:00 - 19:00 CET, Sab 9:00 - 18:00 CET e 10:00 - 18:00 CET la domenica
Per velocizzare la chiamata vi consiglio di tenere a portata di mano:
Una volta forniti i dati vi chiederanno quale sia la modifica da apportare e prima di salutarvi vi informeranno che vi arriverà a breve una mail con la prenotazione modificata e tutto questo gratuitamente o quasi.
Si perché come detto prima si tratta di un numero a pagamento (895 569 8769) ma per due minuti e otto secondi di telefonata ho speso 0,98 euro...sia mai.
Mi sento di consigliarvi di chiamare ad un orario lontano dalle fasce orarie affollate, rischiereste si di pagare veramente troppo denaro, io lo ho fatto alle 7:01 e mi hanno risposto immediatamente.
Quindi non abbiate timore di telefonare, non spendete soldoni per un nuovo biglietto ma sopratutto non rischiate di essere beccati al check-in con magari delle spiacevoli sorprese.
Mi sembra giusto affrontare questo argomento in quanto ho trovato molta confusione leggendo qua e la sul web e voglio postare qua la mia esperienza vissuta in prima persona.
Diciamo che in linea di massima la maggior parte delle compagnie aeree non fa grossi problemi a modificare il nominativo errato sulla prenotazione del volo, ma si sa che con Ryanair qualche sorpresa si può sempre celare dietro l'angolo.
Ho letto di persone disperate per la paura di spendere 100 e passa euro per un errore banale di scrittura, di persone che messa una mano sul cuore e l'altra sul portafogli ha riacquistato il biglietto o del classico all'italiana dove facendo finta di niente si sono presentati all'imbarco nella speranza di non essere "beccati" o nella chiusura di un occhio da parte del personale di imbarco.
Ho letto anche di persone che dicono di aver speso una trentina di euro o anche più per aver contattato il call center che si è a pagamento.
Sono sincero, quando è capitato a me un pochino di panico mi è venuto ma non mi sono demoralizzato e ho risolto il problema in modo molto semplice
Per piccoli errori come aver dimenticato o sbagliato delle lettere del nome o cognome, per aver replicato il cognome o il nome, Ryanair entro le 24 ore dall'acquisto permette tramite una sezione online del proprio sito di fare tutte le modifiche che volete
"eh grazie" mi direte, ma se ci si accorge dell'errore dopo le 24 ore e magari proprio quando si sta per fare il check in online (come è capitato a me)?
Semplicissimo basta chiamare il call center.
Gli orari per chiamare un operatore sono i seguenti: Lun - Ven, 07:00 - 19:00 CET, Sab 9:00 - 18:00 CET e 10:00 - 18:00 CET la domenica
Per velocizzare la chiamata vi consiglio di tenere a portata di mano:
- Il numero della prenotazione
- la mail con la quale avete effettuato la prenotazione
- indirizzo di chi ha effettuato la prenotazione
- nominativi nella prenotazione
Una volta forniti i dati vi chiederanno quale sia la modifica da apportare e prima di salutarvi vi informeranno che vi arriverà a breve una mail con la prenotazione modificata e tutto questo gratuitamente o quasi.
Si perché come detto prima si tratta di un numero a pagamento (895 569 8769) ma per due minuti e otto secondi di telefonata ho speso 0,98 euro...sia mai.
Mi sento di consigliarvi di chiamare ad un orario lontano dalle fasce orarie affollate, rischiereste si di pagare veramente troppo denaro, io lo ho fatto alle 7:01 e mi hanno risposto immediatamente.
Quindi non abbiate timore di telefonare, non spendete soldoni per un nuovo biglietto ma sopratutto non rischiate di essere beccati al check-in con magari delle spiacevoli sorprese.
sabato 22 agosto 2015
Voli low cost: un po di chiarezza.
Diversi anni fa volare era un privilegio che solo poche persone potevano permettersi.
Ricordo che per far volare mio padre in giro per il mondo, ma anche solo in europa, l'azienda per la quale lavorava spendeva diversi milioni (di lire).
Per molti i prezzi erano improponibili ma poi le cose negli ultimi anni sono decisamente cambiate.
Ora volare è alla portata un po di tutti.
In Europa volano una quarantina di compagnie low cost, le prime tre che spiccano su tutte sono:
- Ryanair
- Easy Jet
- Vueling
Per chiarezza è giusto sottolineare che tutte le compagnie aeree sono tenute a rispettare i canoni di sicurezza richiesti dagli enti per il volo.
Senza le dovute autorizzazioni nessun aereo può alzarsi in volo pertanto per chi fosse titubante circa la sicurezza delle compagnie low cost europee si metta pure il cuore in pace.
Quindi, visto che la sicurezza del volo è garantita, quali sono i fattori che incidono sul prezzo finale del biglietto aereo?
Bè ecco i principali:
- Aeroporti decentrati rispetto al centro urbano
Qui le tasse aeroportuali sono decisamente più basse rispetto a quelle applicate negli scali principali e se si considera che tali accise incidono in modo significativo sul prezzo del biglietto il conto è presto fatto.
Ad esempio Parigi ha tre aeroporti: il Charles de Gualle, l'Orly e il Beauvais.
Il Beauvais, sul quale vola Ryanair, è il più distante dal centro della città e ci vuole circa un ora di strada per arrivare nel centro della capitale francese
- Servizi a bordo tutti a pagamento
Ricordo bene che su un volo Easyjet pagai una bottiglia di acqua da 33 cl ben tre euro.
Questo vi fa capire che quello che si tiene a mano con il costo del biglietto in qualche modo la compagnia deve recuperarlo.
Al di la dell'acqua quello che non è mai incluso in un biglietto low cost è il bagaglio da stiva (diversamente dalle compagnie tradizionali).
Questa opzione può essere assolutamente selezionata ma chiaramente sotto lauto compenso e guai se il vostro bagaglio a mano (che è compreso nel prezzo almeno quello) eccede per dimensioni e/o per peso, ve lo fanno stivare a prezzi astronomici.
- Servizi a terra quasi inesistenti e politica di riempimento dei voli
Infatti una volta oltrepassato il gate assegnato al nostro volo con il nostro bel trolley al seguito ci aspettano spesso scale per scendere e lunghe camminate per arrivare all'aereo che per carità in una bella giornata primaverile può essere piacevole e salutare ma se diluvia, nevica o ci sono 5 gradi sotto zero non è poi così piacevole.
Questo chiaramente incide sui costi sostenuti dalle compagnie.
Un altro dei punti di forza di queste compagnie è la politica di riempimento del volo, un'azione studiata nei minimi dettagli che permette quasi sempre di completare tutti i posti del volo.
Sulla base della percentuale di riempimento del volo la compagnia fa il prezzo e il costo sostenuto da un amico ad esempio che ha preso il nostro stesso volo anche solo un paio di giorni prima rispetto a noi potrebbe essere ben più basso rispetto a quello che paghiamo noi.
Se quel dato aereo ha ancora dieci posti liberi il prezzo va alle stelle, spesso molto più alto rispetto alle compagnie tradizionali, quindi se una persona deve per forza prendere quel volo perché impossibilitato per svariati motivi a cambiare data si trova a dover sostenere per forza una spesa molto alta.
Un esempio di quanto appena sostenuto: stesso volo Bergamo-Atene oli andata a pochissimo giorni di distanza l'uno dall'altro.
La politica del "sono fatti tuoi" se perdi la coincidenza (non per colpa tua naturalmente) anche della stessa compagnia e che quindi se vuoi prendere il volo dopo te lo paghi, i vari accordi/convenzioni che le low cost hanno stipulato con i vari noleggi auto, bus navetta, parcheggi aeroportuali ecc. ecc. completano l'opera.
Credetemi è più facile che fallisca una compagnia di bandiera piuttosto che compagnie di questa categoria.
Concludendo:
volare a prezzi bassi è possibile, basta essere attenti e magari rinunciare a qualche comodità.
Bisogna muoversi per tempo e monitorare per diversi giorni il costo del volo fino a quando non si trova quello che vogliamo al prezzo che siamo disposti a spendere.
Mi sento di consigliare di volare con le compagnie low cost su voli che massimo impiegano 4 ore oltre le quali comincia ad essere un po scomodo, in linea di massima l'Europa la si può fare un po tutta.
Altra cosa da non escludere è verificare anche il prezzo delle compagnie tradizionali che, vista la grande fetta di mercato presa dalle compagnie a basso costo, ha ridimensionato un po i prezzi e non è insolito trovare un volo Alitalia più conveniente di Ryanair ad esempio.
Un buon aiuto per trovare il volo che ci interessa lo si può trovare su siti di confronto tariffe presenti sul web.
Bè non mi resta che augurarvi...BUON VIAGGIO!!!
lunedì 17 agosto 2015
Io viaggio ovunque in Lombardia: quali i vantaggi?
In un mondo dove quasi ci fanno pagare l'aria che respiriamo, nella regione Lombardia da qualche tempo è nato "io viaggio ovunque in Lombardia"
In tal senso la regione ci ha visto giusto e per una volta va concretamente incontro alle esigenze del cittadino.
Ma cos'è "io viaggio ovunque in Lombardia?
In tal senso la regione ci ha visto giusto e per una volta va concretamente incontro alle esigenze del cittadino.
Ma cos'è "io viaggio ovunque in Lombardia?
Si tratta di un biglietto/abbonamento integrato che permette di utilizzare tutti (ma proprio tutti) i mezzi pubblici della Lombardia e nello specifico:
- Treni suburbani e regionali di 2a (anche in 1a per i biglietti) classe (vedi mappa)
- Tutti i bus urbani ed extraurbani, filobus e tram
- Battelli sul lago di Iseo
- Funivie e funicolari di trasporto pubblico
- Metropolitane
- Un giorno 16,00 euro
- 2 giorni 27,00 euro
- 3 giorni 32,50 euro
- 7 giorni 43,00 euro
Ma facciamo un esempio pratico:
Mettiamo di partire dalla periferia della città di Brescia per andare a visitare e fare shopping a Milano.
In questo caso dovremmo acquistare il biglietto per bus e metro di Brescia (zona 1+zona 2) al costo di 1,90 euro per arrivare alla stazione fs, poi prendere il regionale per Milano centrale al costo di 7,30 euro.
Supponiamo di prendere 4 biglietti della metro milanese giusto per girare un minimo e sono altri 6 euro, quindi altri 7,30 euro per il ritorno in treno a Brescia e ancora 1,90 euro per arrivare a casa nostra con metro e bus.
Ricapitolando:
3,80 euro biglietti metro bus più 14,60 euro per il treno più 6 euro metro Milano per un totale di 24,40 euro.
Se poi si va con la propria fidanzata o il proprio fidanzato spendiamo 48,80 euro a fronte dei 32 spesi con il biglietto integrato risparmiando ben 16,80 euro.
Chiaramente anche per chi è un pendolare ci sono soluzioni assolutamente valide con diverse tipologie di abbonamenti integrati.
Ecco i dettagli:
- Abbonamento mensile integrato a 107,00 euro (valido un mese solare)
- abbonamento trimestrale integrato a 308,00 euro (valido tre mesi consecutivi)
- abbonamento annuale integrato a 1027,50 euro (valido 12 mesi consecutivi)
Se si considera ad esempio un percorso come quello descritto sopra avremmo a che fare con tre abbonamenti differenti, vediamo la spesa su quello annuale:
- Brescia mobilità 432 euro
- trenord 967 euro
- atm Milano 488 euro
Con l'abbonamento integrato "io viaggio ovunque in Lombardia" si risparmiano ben 859,50 euro e tutto con un unico abbonamento.
Concludendo:
personalmente credo che in questo caso la Lombardia si sia dimostrata maestra nel servire integrazione nel trasporto pubblico.
Un passo avanti per abbandonare l'auto dando reale priorità agli spostamenti mediante mezzi pubblici ad un costo vantaggioso.
Chissà che forse si possa anche respirare meglio...
lunedì 10 agosto 2015
Alta Velocità a brescia tra pro e contro
Da diverso tempo si sente parlare dell'arrivo di treni ad alta velocità a Brescia.
Tutto questo tra i favorevoli e gli acerrimi contrari; ma vediamo di analizzare la situazione.
Partiamo dal presupposto che l'alta velocità per brescia non è più nella fase "si farà o non si farà" piuttosto a quella di quale sarà la data di arrivo del primo Frecciarossa.
Si perché, perlomeno per quanto riguarda la tratta Milano-Brescia, i cantieri sono già aperti e i lavori in costante avanzamento senza la mancanza di modifiche ai progetti
La prima tratta tra Milano e Treviglio è conclusa mentre i 39 chilometri rimanenti per giungere al capoluogo bresciano sono in fase di costruzione.
La linea da Treviglio correrà per la maggior parte del suo percorso all'autostrada già aperta A35 meglio conosciuta come BreBeMi.
In origine il progetto prevedeva che per entrare a Brescia venisse creato un interscambio ad ovest della città e che la tratta principale proseguisse a sud di brescia creando una stazione all'aeroporto di Montichiari per poi proseguire verso Verona.
Viste le forti pressioni della giunta comunale bresciana e considerati gli enormi costi per la realizzazione del tracciato a sud è cronaca recente quella dell'abbandono del secondo progetto e di riflesso il tratto Brescia-Verona necessita di una nuova progettazione con la conseguenza dello slittare della data di inizio lavori (si prevede circa due anni).
Contro l'alta velocità si sono e si stanno schierando diversi movimenti NO TAV che criticano duramente i costi sostenuti per le infrastrutture a discapito di un reale guadagno in termini di tempi di percorrenza oltre che l'ingente numero di espropri e disagi.
Per chiarezza: i convogli Frecciabianca che percorrono la tratta Milano-Brescia impiegano 46 minuti (nei momenti di congestione della linea 51minuti) mentre con la linea veloce ce ne metterebbero 31.
Ma non mi fermerei solo a questo.
La tratta presa in causa ma come anche il proseguo verso Verona e Venezia è ormai da diverso tempo satura e nonostante un treno regionale viene dichiarato alla stazione di destino in un ora e dieci minuti spesso arriva in ritardo.
Il fatto di separare i treni liberando la linea storica permetterebbe a mio avviso di migliorare anche questo aspetto (assolutamente non secondario visto il numero di pendolari) evitando spesso soste lunghe dei regionali in stazione per permettere il sopravanzare del frecciabianca o intercity di turno.
Non voglio entrare nel merito dei costi, nonostante dia molto a che pensare il fatto che le linee alta velocità italiane sono le più care di tutto il mondo (tre volte tanto quelle in Francia).
Tutto questo tra i favorevoli e gli acerrimi contrari; ma vediamo di analizzare la situazione.
Partiamo dal presupposto che l'alta velocità per brescia non è più nella fase "si farà o non si farà" piuttosto a quella di quale sarà la data di arrivo del primo Frecciarossa.
Si perché, perlomeno per quanto riguarda la tratta Milano-Brescia, i cantieri sono già aperti e i lavori in costante avanzamento senza la mancanza di modifiche ai progetti
La prima tratta tra Milano e Treviglio è conclusa mentre i 39 chilometri rimanenti per giungere al capoluogo bresciano sono in fase di costruzione.
La linea da Treviglio correrà per la maggior parte del suo percorso all'autostrada già aperta A35 meglio conosciuta come BreBeMi.
In origine il progetto prevedeva che per entrare a Brescia venisse creato un interscambio ad ovest della città e che la tratta principale proseguisse a sud di brescia creando una stazione all'aeroporto di Montichiari per poi proseguire verso Verona.
Viste le forti pressioni della giunta comunale bresciana e considerati gli enormi costi per la realizzazione del tracciato a sud è cronaca recente quella dell'abbandono del secondo progetto e di riflesso il tratto Brescia-Verona necessita di una nuova progettazione con la conseguenza dello slittare della data di inizio lavori (si prevede circa due anni).
Contro l'alta velocità si sono e si stanno schierando diversi movimenti NO TAV che criticano duramente i costi sostenuti per le infrastrutture a discapito di un reale guadagno in termini di tempi di percorrenza oltre che l'ingente numero di espropri e disagi.
Per chiarezza: i convogli Frecciabianca che percorrono la tratta Milano-Brescia impiegano 46 minuti (nei momenti di congestione della linea 51minuti) mentre con la linea veloce ce ne metterebbero 31.
Ma non mi fermerei solo a questo.
La tratta presa in causa ma come anche il proseguo verso Verona e Venezia è ormai da diverso tempo satura e nonostante un treno regionale viene dichiarato alla stazione di destino in un ora e dieci minuti spesso arriva in ritardo.
Il fatto di separare i treni liberando la linea storica permetterebbe a mio avviso di migliorare anche questo aspetto (assolutamente non secondario visto il numero di pendolari) evitando spesso soste lunghe dei regionali in stazione per permettere il sopravanzare del frecciabianca o intercity di turno.
Non voglio entrare nel merito dei costi, nonostante dia molto a che pensare il fatto che le linee alta velocità italiane sono le più care di tutto il mondo (tre volte tanto quelle in Francia).
giovedì 6 agosto 2015
Stazione di Brescia: obsoleta ma...
...qualcosa sta cambiando!
Ho spesso utilizzato la stazione ferroviaria di Brescia negli anni e mi sono sempre chiesto il perché la seconda città della Lombardia non dovesse meritare una stazione all'avanguardia di strutture e servizi per i passeggeri.
La struttura a livello architettonico è veramente eccezionale, l'area esterna è ben curata e pulita.
Insomma una struttura bella, pulita e ben servita da bus e metro ma i problemi quali sono e dove?
Se ci si porta sull'area dei binari si può presto intuire quanto la stazione di Brescia sia una stazione dal livello veramente basso dove salta all'occhio la mancanza di accorgimenti per le persone disabili.
Partendo delle mattonelle in rilievo a sostituzione della famosa "linea gialla" arrivando ai più fondamentali ascensori che costringevano i passeggeri in carrozzina ad attraversare la linea ferrata con un livello di rischio altissimo.
Decisamente imbarazzante.
Il sottopassaggio poco illuminato e piastrellato come il bagno dei peggiori locali completano l'opera.
Avendo girato in lungo e in largo posso certamente affermare che un livello peggiore rispetto a quello della stazione principale di Brescia è quello della "Larissa Station" di Atene che ha soli tre binari dedicati ai treni passeggeri, un po' imbarazzante considerando che è la capitale della Grecia.
Circa tre anni fa utilizzavo come pendolare la stazione di Brescia per recarmi a Milano centrale per lavoro ed ero rimasto stupito di quanto la stazione di Treviglio fosse decisamente più all'avanguardia per strutture e servizi rispetto a quella di Brescia.
Paradossale, la stazione di una cittadina di provincia era anni luce più avanti di quella della seconda città lombarda.
Arriviamo ai cambiamenti, finalmente.
Qualche giorno fa ho preso un regionale per Desenzano, giusto per farmi un giro ma sopratutto per tastare con mano quello che sta cambiando.
Da subito mi è saltato all'occhio l'ascensore per disabili e non, una piacevole sorpresa.
Salito sul treno ho potuto vedere i tanto annunciati lavori per l'allungamento delle banchine e la riqualificazione dei binari (alcuni dedicati all'alta velocità).
Una volta di ritorno alla stazione cittadina ho potuto notare che anche il sottopassaggio ha subito radicali migliorie, ho trovato tutto il tratto che ho utilizzato ben pavimentato, illuminato, ascensori e dei nuovissimi display con indicazioni circa il binario, treno associato e orario.
Leggendo sul sito di trenitalia ho visto che i lavori per la riqualificazione delle banchine dureranno da giugno a fine settembre con chiusure delle stesse scaglionate nel tempo per ridurre chiaramente i disagi ai pendolari.
Concludendo:
sono contento che finalmente tutto quello che spesso rimane sulla carta o peggio in parole mollate al vento in questo caso si sia tramutando in realtà e sono molto curioso di tornare nel prossimo futuro in stazione a Brescia per vedere la conclusione delle opere.
Credo che Brescia si meriti una stazione migliore funzionale e tecnologica, un giusto passo in avanti per dare un servizio migliore ai cittadini.
Ho spesso utilizzato la stazione ferroviaria di Brescia negli anni e mi sono sempre chiesto il perché la seconda città della Lombardia non dovesse meritare una stazione all'avanguardia di strutture e servizi per i passeggeri.
La struttura a livello architettonico è veramente eccezionale, l'area esterna è ben curata e pulita.
Insomma una struttura bella, pulita e ben servita da bus e metro ma i problemi quali sono e dove?
Se ci si porta sull'area dei binari si può presto intuire quanto la stazione di Brescia sia una stazione dal livello veramente basso dove salta all'occhio la mancanza di accorgimenti per le persone disabili.
Partendo delle mattonelle in rilievo a sostituzione della famosa "linea gialla" arrivando ai più fondamentali ascensori che costringevano i passeggeri in carrozzina ad attraversare la linea ferrata con un livello di rischio altissimo.
Decisamente imbarazzante.
Il sottopassaggio poco illuminato e piastrellato come il bagno dei peggiori locali completano l'opera.
Avendo girato in lungo e in largo posso certamente affermare che un livello peggiore rispetto a quello della stazione principale di Brescia è quello della "Larissa Station" di Atene che ha soli tre binari dedicati ai treni passeggeri, un po' imbarazzante considerando che è la capitale della Grecia.
Circa tre anni fa utilizzavo come pendolare la stazione di Brescia per recarmi a Milano centrale per lavoro ed ero rimasto stupito di quanto la stazione di Treviglio fosse decisamente più all'avanguardia per strutture e servizi rispetto a quella di Brescia.
Paradossale, la stazione di una cittadina di provincia era anni luce più avanti di quella della seconda città lombarda.
Arriviamo ai cambiamenti, finalmente.
Qualche giorno fa ho preso un regionale per Desenzano, giusto per farmi un giro ma sopratutto per tastare con mano quello che sta cambiando.
Da subito mi è saltato all'occhio l'ascensore per disabili e non, una piacevole sorpresa.
Salito sul treno ho potuto vedere i tanto annunciati lavori per l'allungamento delle banchine e la riqualificazione dei binari (alcuni dedicati all'alta velocità).
Una volta di ritorno alla stazione cittadina ho potuto notare che anche il sottopassaggio ha subito radicali migliorie, ho trovato tutto il tratto che ho utilizzato ben pavimentato, illuminato, ascensori e dei nuovissimi display con indicazioni circa il binario, treno associato e orario.
Leggendo sul sito di trenitalia ho visto che i lavori per la riqualificazione delle banchine dureranno da giugno a fine settembre con chiusure delle stesse scaglionate nel tempo per ridurre chiaramente i disagi ai pendolari.
Concludendo:
sono contento che finalmente tutto quello che spesso rimane sulla carta o peggio in parole mollate al vento in questo caso si sia tramutando in realtà e sono molto curioso di tornare nel prossimo futuro in stazione a Brescia per vedere la conclusione delle opere.
Credo che Brescia si meriti una stazione migliore funzionale e tecnologica, un giusto passo in avanti per dare un servizio migliore ai cittadini.
perché il "viaggiatore utopista"?
Ho sempre coltivato un enorme passione per il viaggio, sin da quando ero un bambino.
Ricordo che già da quando avevo 3/4 anni chiedevo a mio padre di portarmi alla vicina stazione ferroviaria per osservare i treni che andavano e venivano.
Per l'eccitazione dell'evento ricordo ancora che, con il gettone telefonico dal valore di 200 Lire, chiamavo mia madre a casa per dirle dove mi trovavo; ovviamente lei sapeva benissimo dove ero ma chissà come mai rispondeva alla mia affermazione con tono alquanto stupito chiedendomi quanti treni avessi già visto passare.
Con il trascorrere degli anni, fatto un po' più grandicello, capii che mio padre coglieva due piccioni con una fava. Mi spiego:
Lui, prima della meritata pensione, lavorava per una grande azienda bresciana che che esportava i propri prodotti in tutto il mondo.
Spesso si trovava costretto a partire per ogni dove: Giappone, Sud Africa, Australia, Korea, Cina, sud America, Russia, Stati Uniti e tanti tantissimi altri paesi.
Credo quasi che siano meno i paesi che non ha visitato che quelli che invece ha visto.
La cosa incredibile è che ogni volta che mio padre partiva per un viaggio, in qualsiasi posto in cui il lavoro lo avrebbe portato, lui partiva sempre dalla piccola stazione ferroviaria a pochi passi da casa.
Io guardavo i treni passare con il volto meravigliato e incuriosito di un bambino e lui consultava gli orari di partenza del regionale che alla fine gli avrebbe permesso di arrivare ovunque nel mondo da li a qualche giorno.
Ora che non sono più un bambino, che la piccola stazione di casa è stata chiusa ai traffico di passeggeri, vedo tutto con gli occhi di un uomo ma resto sempre dell'idea che sia giusto poter arrivare ovunque nel mondo uscendo di casa e prendendo il primo mezzo a disposizione.
Da questa mia idea nasce "il viaggiatore utopista" un modo per esprimere i miei pensieri sul trasposto pubblico in genere, cogliere opinioni, idee, proposte delle persone.
Discutere su quello che va e quello che non va, analizzare i costi, i servizi offerti rimanendo sempre fermo sull'idea che chiunque uscendo di casa dovrebbe poter arrivare ovunque nel mondo.
Emanuele
Ricordo che già da quando avevo 3/4 anni chiedevo a mio padre di portarmi alla vicina stazione ferroviaria per osservare i treni che andavano e venivano.
Per l'eccitazione dell'evento ricordo ancora che, con il gettone telefonico dal valore di 200 Lire, chiamavo mia madre a casa per dirle dove mi trovavo; ovviamente lei sapeva benissimo dove ero ma chissà come mai rispondeva alla mia affermazione con tono alquanto stupito chiedendomi quanti treni avessi già visto passare.
Con il trascorrere degli anni, fatto un po' più grandicello, capii che mio padre coglieva due piccioni con una fava. Mi spiego:
Lui, prima della meritata pensione, lavorava per una grande azienda bresciana che che esportava i propri prodotti in tutto il mondo.
Spesso si trovava costretto a partire per ogni dove: Giappone, Sud Africa, Australia, Korea, Cina, sud America, Russia, Stati Uniti e tanti tantissimi altri paesi.
Credo quasi che siano meno i paesi che non ha visitato che quelli che invece ha visto.
La cosa incredibile è che ogni volta che mio padre partiva per un viaggio, in qualsiasi posto in cui il lavoro lo avrebbe portato, lui partiva sempre dalla piccola stazione ferroviaria a pochi passi da casa.
Io guardavo i treni passare con il volto meravigliato e incuriosito di un bambino e lui consultava gli orari di partenza del regionale che alla fine gli avrebbe permesso di arrivare ovunque nel mondo da li a qualche giorno.
Ora che non sono più un bambino, che la piccola stazione di casa è stata chiusa ai traffico di passeggeri, vedo tutto con gli occhi di un uomo ma resto sempre dell'idea che sia giusto poter arrivare ovunque nel mondo uscendo di casa e prendendo il primo mezzo a disposizione.
Da questa mia idea nasce "il viaggiatore utopista" un modo per esprimere i miei pensieri sul trasposto pubblico in genere, cogliere opinioni, idee, proposte delle persone.
Discutere su quello che va e quello che non va, analizzare i costi, i servizi offerti rimanendo sempre fermo sull'idea che chiunque uscendo di casa dovrebbe poter arrivare ovunque nel mondo.
Emanuele
mercoledì 5 agosto 2015
Aeroporto di Brescia-Montichiari:decolla o non decolla?
Credo sia giusto spendere delle parole per la situazione dell'aeroporto di Brescia che a mio avviso si può definire imbarazzante. Partiamo dal principio.
Forse non tutti sanno che l'aeroporto viene costruito più di un secolo fa, per l'esattezza nel 1909 e aperto al traffico aereo nel 1915 come base per gli aerostati.
Dopo molti anni nelle mani dell'aviazione militare insieme al vicinissimo aeroporto (tuttora militare) di Ghedi, il "Gabriele D'annunzio"diventa definitivamente dedicato al traffico civile il 16 Marzo 1999.
Nel primo periodo l'aeroporto bresciano si fa carico di tutto il traffico passeggeri dell'aeroporto Villafranca di Verona per permettere un radicale restauro dell'aeroporto veronese.
Il traffico di Verona trasferitosi a Brescia sembrava essere un ottimo trampolino di lancio per lo scalo Bresciano considerando anche diversi fattori favorevoli ad un ottimo sviluppo, tra i più importanti si possono evidenziare:
La lunghezza della pista
L'aeroporto infatti ha una pista lunga 2990 metri, quasi tre chilometri che permettono il decollo e l'atterraggio di aerei di grosse dimensioni come ad esempio il boeing 747 (Bergamo-Orio al Serio 2874 metri).
La lontananza dai centri abitati
Il Gabriele D'annunzio si trova nel comune di Montichiari e al confine con il comune di Castenedolo.
La zona limitrofa è circondata di campi, fattore che permetterebbe uno sviluppo molto ampio se ben congegnato con caratteristiche anche superiori al ben più famoso aeroporto di Milano Malpensa considerando il non poco rilevante problema dello sconfinamento in territorio svizzero delle rotte degli aerei che decollano dallo stesso.
Una seconda pista già "pronta"
A pochissima distanza è presente la pista dell'aeroporto militare di Ghedi che può assolutamente essere presa in considerazione come secondo terminal in un vero progetto di rilancio di un aeroporto con un potenziale smisurato.
Nell'immagine sottostante si può vedere, contornata con una linea bianca, l'area di sviluppo che può avere l'aeroporto di Brescia (si consideri che è molto simile all'area di sviluppo di aeroporti del calibro del Kennedy di New York, del CdG di Parigi e Heathrow di Londra).
Ma cosa è successo una volta che Verona è tornata alla normalità?
Succede che l'aeroporto di Brescia non decolla realmente e si limita ad avere pochi aerei di linea, un offerta troppo scarsa rispetto alla domanda e i migliaia di potenziali passeggeri optano per altri scali come Orio al Serio, Linate, Malpensa e Verona appunto, nonostante tutto ciò comporti molte difficoltà, spese e ore ed ore di viaggio.
A tutti gli effetti il 29 novembre 2010 decolla l'ultimo aereo di linea della Ryanair con destinazione Londra.Da quel momento in poi si è sentito parlare di soluzioni diametralmente opposte, partendo da quella di chiudere definitivamente lo scalo a pseudo accordi che ne annunciavano il rilancio.
Si pensi anche che si è creata una rete stradale ed autostradale che serve l'aeroporto monteclarense in modo a mio avviso eccezionale e che le Ferrovie dello Stato hanno progettato una stazione ferroviaria della linea dell'alta velocità (come si può vedere nella stessa immagine appena postata).
Da circa un anno si parla di un ritorno di Ryanair e ad aprile 2015 tecnici della compagnia irlandese hanno provveduto a sopralluoghi dell'aeroporto si attende un annuncio (arriverà?) per il prossimo autunno/inverno delle rotte.
La situazione attuale
Attualmente l'aeroporto ha sviluppato un ottimo servizio cargo, tutti giorni atterrano e decollano aerei di Alitalia e Poste Italiane con 18 movimenti giornalieri oltre ad alcuni voli charter ma nulla di più.
Considerazioni personali
Io personalmente credo che l'aeroporto di Brescia-Montichiari abbia il potenziale e le carte in regola per diventare uno scalo di tutto rispetto dando finalmente al Nord Italia un hub al pari di grandi aeroporti internazionali trovandosi in una zona evidentemente strategica a questo scopo.
La mia sensazione è che ci siano troppi interessi di altri che non vogliono che Montichiari decolli.
La gestione dell'aeroporto è affidata alla società "aeroporti del Garda" che ne detiene l'85% la restante quota societaria è equamente divisa tra Provincia di Brescia e la camera di commercio di Brescia.
Detto questo vedo molto difficile che Verona dia possibilità di rilancio a Brescia togliendo passeggeri al Villafranca, tantomeno vedo un accordo con Bergamo (tra l'altro appena saltato) che essendo il terzo hub europeo di Ryanair a fatto un vero e proprio terno al lotto.
Io sono però "il viaggiatore utopista" e voglio continuare a credere che l'aeroporto di Brescia-Montichiari decolli come credo sia giusto...
Forse non tutti sanno che l'aeroporto viene costruito più di un secolo fa, per l'esattezza nel 1909 e aperto al traffico aereo nel 1915 come base per gli aerostati.
Dopo molti anni nelle mani dell'aviazione militare insieme al vicinissimo aeroporto (tuttora militare) di Ghedi, il "Gabriele D'annunzio"diventa definitivamente dedicato al traffico civile il 16 Marzo 1999.
Nel primo periodo l'aeroporto bresciano si fa carico di tutto il traffico passeggeri dell'aeroporto Villafranca di Verona per permettere un radicale restauro dell'aeroporto veronese.
Il traffico di Verona trasferitosi a Brescia sembrava essere un ottimo trampolino di lancio per lo scalo Bresciano considerando anche diversi fattori favorevoli ad un ottimo sviluppo, tra i più importanti si possono evidenziare:
La lunghezza della pista
L'aeroporto infatti ha una pista lunga 2990 metri, quasi tre chilometri che permettono il decollo e l'atterraggio di aerei di grosse dimensioni come ad esempio il boeing 747 (Bergamo-Orio al Serio 2874 metri).
La lontananza dai centri abitati
Il Gabriele D'annunzio si trova nel comune di Montichiari e al confine con il comune di Castenedolo.
La zona limitrofa è circondata di campi, fattore che permetterebbe uno sviluppo molto ampio se ben congegnato con caratteristiche anche superiori al ben più famoso aeroporto di Milano Malpensa considerando il non poco rilevante problema dello sconfinamento in territorio svizzero delle rotte degli aerei che decollano dallo stesso.
Una seconda pista già "pronta"
A pochissima distanza è presente la pista dell'aeroporto militare di Ghedi che può assolutamente essere presa in considerazione come secondo terminal in un vero progetto di rilancio di un aeroporto con un potenziale smisurato.
Nell'immagine sottostante si può vedere, contornata con una linea bianca, l'area di sviluppo che può avere l'aeroporto di Brescia (si consideri che è molto simile all'area di sviluppo di aeroporti del calibro del Kennedy di New York, del CdG di Parigi e Heathrow di Londra).
Ma cosa è successo una volta che Verona è tornata alla normalità?
Succede che l'aeroporto di Brescia non decolla realmente e si limita ad avere pochi aerei di linea, un offerta troppo scarsa rispetto alla domanda e i migliaia di potenziali passeggeri optano per altri scali come Orio al Serio, Linate, Malpensa e Verona appunto, nonostante tutto ciò comporti molte difficoltà, spese e ore ed ore di viaggio.
A tutti gli effetti il 29 novembre 2010 decolla l'ultimo aereo di linea della Ryanair con destinazione Londra.Da quel momento in poi si è sentito parlare di soluzioni diametralmente opposte, partendo da quella di chiudere definitivamente lo scalo a pseudo accordi che ne annunciavano il rilancio.
Si pensi anche che si è creata una rete stradale ed autostradale che serve l'aeroporto monteclarense in modo a mio avviso eccezionale e che le Ferrovie dello Stato hanno progettato una stazione ferroviaria della linea dell'alta velocità (come si può vedere nella stessa immagine appena postata).
Da circa un anno si parla di un ritorno di Ryanair e ad aprile 2015 tecnici della compagnia irlandese hanno provveduto a sopralluoghi dell'aeroporto si attende un annuncio (arriverà?) per il prossimo autunno/inverno delle rotte.
La situazione attuale
Attualmente l'aeroporto ha sviluppato un ottimo servizio cargo, tutti giorni atterrano e decollano aerei di Alitalia e Poste Italiane con 18 movimenti giornalieri oltre ad alcuni voli charter ma nulla di più.
Considerazioni personali
Io personalmente credo che l'aeroporto di Brescia-Montichiari abbia il potenziale e le carte in regola per diventare uno scalo di tutto rispetto dando finalmente al Nord Italia un hub al pari di grandi aeroporti internazionali trovandosi in una zona evidentemente strategica a questo scopo.
La mia sensazione è che ci siano troppi interessi di altri che non vogliono che Montichiari decolli.
La gestione dell'aeroporto è affidata alla società "aeroporti del Garda" che ne detiene l'85% la restante quota societaria è equamente divisa tra Provincia di Brescia e la camera di commercio di Brescia.
Detto questo vedo molto difficile che Verona dia possibilità di rilancio a Brescia togliendo passeggeri al Villafranca, tantomeno vedo un accordo con Bergamo (tra l'altro appena saltato) che essendo il terzo hub europeo di Ryanair a fatto un vero e proprio terno al lotto.
Io sono però "il viaggiatore utopista" e voglio continuare a credere che l'aeroporto di Brescia-Montichiari decolli come credo sia giusto...
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